domenica 30 novembre 2008

Flagellazione


Quasi un infarto.
Domenica mattina ore 10 in punto.
Piscina Cozzi, viale Tunisia.
Corsie già piene con gli accaniti.
Li vedi che sono accaniti e si fanno guidare dai numeri.
Lo capisci.
Lo capisci da come ti passano di fianco.
E li "senti" che pensano:
"A stile libero ne faccio 30 da 33.3 (lunghezza dell vasca)
e poi mi fermo.
Passo a dorso e ne faccio 33 ...
è una Cabala personale e liquida.
Magia dei numeri.
Questa mattina il conto faticosissimo delle vasche è stato interrotto
e forse compromesso per sempre.

Un uomo passaggiva sul fondo della vasca...
Senza bombole. Senza muta. Apparentemente senza zavorre...
passeggiava. Come se fosse stato in corso Buenos Aires.
Io sopra 4,5 metri che faccio il mio onesto stile libero...
e lui sotto... come in una realtà parallela.
Non mi è mai capito di pensare di avere una visione in acqua.
Anche se ho passato migliaia di ore della mia vita in piscina,
non mi è mai capitata una scena simile.
Torno veloce veloce per vedere se è vero.
Ora gli uomini sono due.
Passeggiano vicini in questa scatola prospettica turchese
e mi sembrano i due personaggi della Flagellazione di Piero della Francesca.
Sono totalamente incongrui rispetto quello che li circonda.
Io arrivo, tocco con la mano destra il bordo.
Faccio una mezza capriola per tornare indietro
e un altro signore si butta in acqua
e senza "pesi" nuota giù in fondo.
Raggiunge anche lui il pavimento.
Si unisce al gruppo e passeggia anche lui.
Non resisto. Faccio ciao con la mano. Come i bambini.
Forse li distraggo. Forse rompo qualche equilibrio segreto.
Il gruppetto si scioglie e forse indispettiti tutti e tre tornano in superficie.
Veloce torno dalla parte opposta e esco.


Poesia turchese.

venerdì 28 novembre 2008

Daniel Pennac e Stefano Benni su

Grazie a Massimo che mi ha detto di leggere questo libro... Diario di scuola. Meraviglioso. Belle le prime pagine. Commoventi! Con questa madre ultracentenaria che chiede al figlio famosissimo: Riuscirai a cavartela? Ci è riuscito eccome. Ci siamo riusciti anche noi.

Madonna

Un mito inarrivabile! Bel cappello.

lunedì 24 novembre 2008

Grande!

Grande orgoglio! Mauro

sabato 22 novembre 2008

I maratoneti della vita


Ore 5 di domani mattina.
Acqua sul fuoco.
100 grammi di pasta bianca.
E via: 42,195 km.
Milano domani "subisce " la maratona.
Dico subisce perché penso che sia la città nella quale i maratoneti
prendono più insulti al mondo.
Gli stessi che impazziscono per la maratona di New York, disprezzano quella di Milano.
Tanto che pensano che sia di 20 km...
E no, belli ignoranti miei, quella di 20 km è la Stramilano.
Domani il Santo se li fa tutti i 42km e 195 metri.
E ci tiene molto ai 195 metri!
Forse perché sono i più duri.
La maratona è una fatica "antica", bastarda.
Ogni tanto i giornali tentano di farla diventare una moda.
Una cosa glamour.
In realtà è una cosa così dura, così bestiale,
che respinge tutti coloro che non siano mossi da qualcosa di speciale...
di veramente grande.

Tutti quelli che strombazzano come i pazzi
perché si "devono" fermare con i loro pasticcini in macchina
che vanno a pranzo dalla suocera dovrebbero andare all'arrivo...
Quello è un bel momento.

L'ultima volta, l'anno scorso, ho assistito a scene bellissime.
Una signora, già agé, non ce la faceva più.
Forse il marito... ma anche no
magari solo una persona che si incontra durante una follia,
durante un sogno,
l'ha presa per mano e le ha detto:
"Dai che ce la fai... coraggio. Sei arrivata fino a qui. Non mollare".
Lei piangeva. Stravolta dalla fatica.
E in stato di trance l'ha portata al traguardo.
Non erano due ragazzotti.
Né mi sembravano quegli idioti di mezza età che fanno queste cose per sentirsi giovani.

C'era qualche cosa di più.
Chi lo sa.

Forse una corsa dopo una malattia.
La signora aveva dei capelli "nuovi" quasi come quelli che crescono ai neonati,
caduta la peluria... i capelli ch crescono dopo averli perduti tutti...
Non lo so.
So che non lo dimenticherò mai...
come non dimentico tutte quelle persone che mi hanno fatto provare un'emozione pura.

Non dico altro.
So che al Santo danno fastidio le smancerie...
e si irrita.
Ma non l'ho mai visto così felice come quando
puuummm parte il colpo e partono tutti.
Tutti matti.
Tutti soldati.
Ognuno che comincia la sua guerra.
Passo dopo passo.

Quanti passi sono, Mauro?
E dietro, in bici, Giacomo. Un altro grande uomo.
Anche lui un maratoneta della vita che in bici lo segue.
Che me lo tiene d'occhio. Giacomo grazie.

Noi ti aspettiamo all'arrivo.
Purtroppo all'arrivo non ti si può abbracciare.
Ci sono duemila barriere, le radio, le transenne e quelli che vi avvolgono
come delle uova di Pasqua in una strana carta stagnola oro.

Un abbraccio a te e a tutti i maratoneti di domani.
Peccato non conoscere la storia di ognuno di voi.

martedì 18 novembre 2008

Personal Velocity


La Piscina Cozzi è una meraviglia.
Entri e ti sembra di essere in una pasticceria austriaca.
Quando vedo del bene "pubblico" così curato, mi viene sempre il timore del suo spreco... anzi del suo sfregio.
Forse perché sono figlia di un padre che è stato tra le mille cose un responsabile di "Res Pubblica".
E ho sempre vissuto, e sempre vivo come delle ferite personali, l'incuranza nel confronti di scuole, bibiloteche, musei, piscine, denaro pubblico...
Gli spogliatoi sono meravigliosi.
Puliti.
Con un potteriano e misterioso "apriporta":
Nessuna scritta. Nessuna orribile tag.
Ma perché i giovani non si mandano degli sms invece di imbrattare tutto?
Costruita nel 1934...
sul web non c'è traccia della storia di questo luogo che in fondo è un monumento.
Chi ci ha nuotato?
E quando c'era la guerra funzionava?
L'hanno bombardata?
Vrooooooom aerei. E qualcuno lì a nuotare.
Ognuno con la sua personale velocità e i suoi pensieri come me, questa mattina ore 7.42.

giovedì 13 novembre 2008

Giusto per dire che è Natale

Esselunga di via Rubattino ore 8,45.
Una signora davanti alle prime decorazioni di Natale:
"Compro questo. Giusto per dire che è Natale".

Giusto per dire che è Natale...

certe persone sono poesia senza saperlo.
PS Come le vignette di Calvin & Hobbes

martedì 11 novembre 2008

L'ultimo bottone del gilet

Questa sera concerto: Guccini.
Eh sì mi piace anche Guccini.
Ma come ti piacevano i Duran Duran?
E ma mica per sempre.
Dopo la fase Duran Duran ho avuto la fase Guccini.
Come sempre i cambi erano repentini, improvvisi, convulsi.
Come quello da Baglioni ai Deep Purple.
Non so se sono un caso patologico ma non c’è un cantante/gruppo
che mi piaccia e che non sia legato a un fidanzato o a un amore…
non corrisposto o corrisposto.
Guccini me lo ha fatto conoscere un mio grande
innamoramento (solo da parte mia) ai tempi dell’Università.
Il fidanzamento più breve della storia: 24 ore.
A Pavia, c'è sempre stata grande "comunione"
tra gli studenti di Lettere e di Giurisprudenza.
Dario direbbe: "Cosa ti ha insegnato questa cosa?"
Mi ha insegnato un sacco di canzoni del Guccio.
Che non si allaccia l'ultimo bottone del gilet.
E che d'amore non se more, ma se sta male.

lunedì 10 novembre 2008

Pifferai magici


48 ore dopo: l'acido lattico fa più male di ieri.
E benché sia piccolissima cosa a me pare di aver fatto una grande impresa.
Dario, il capocordata, come Hamelin ha guidato i bambini.
Senza fiatare lo hannno seguito.
Un pifferaio magico che finisce bene.
Nella favola non se ne salva uno.

Massimo, l'altro capocordata, con tutta la sua piemontesità
ha evitato la mia crisi di nervi del secolo.
Mi ha dato il braccio e mi ha distratto facendomi parlare de
La solitudine dei numeri primi e della neve quando è "poudreuse".
Che bella parola... poudreuse

Quando ritorniamo?

domenica 9 novembre 2008

La carne dell'orso


Elementare. Una cosa da bambini, vedrai.
Io sono arrivata su tirando l'ala da far pena.
Il capocordata,
che aveva scelto il sentiero,
con sguardo sinistro mi guardava negli occhi e mi chiedeva:
"Cosa ti ha insegnato la montagna?
Cosa ti ha insegnato la montagna?"
E io pensavo: "Un sacco di parolacce nuove".

Eppure rimango convinta che le persone che amano la montagna
sono speciali.
So a memoria le prime pagine del Sistema periodico di Levi
che parlano di Sandro Delmastro, delle sue scalate.
Che invidia.
Invidio chi sale su senza fare fatica.
Per me è una capacità sovra-umana.
Io faccio fatica.
Metto i piedi nei posti sbagliati.
Incrocio le gambe.
Mi sembra di avere in certi momenti una gamba più del necessario.
Sono goffa sembro un tonno.
Generazioni e generazioni di mondine pavesi mi hanno fatto
sangue dolce
grande palato per il riso
e piede di pianura.

Dopo un pranzo veloce quando pensavo di aver finito ho scoperto con orrore che bisognava scendere.

E in quel momento mi è venuto in mente proprio Levi che dice
"per scendere vedremo.... Il peggio che ci possa capitare è di assaggiare la carne dell'orso (...) Era questa la carne dell'orso: ed ora che sono passati tanti anni rimpiango di averne mangiata poca, poiché di tutto quanto la vita mi ha dato di buono, nulla ha avuto, neppure alla lontana, il sapore di quella carne, che è il sapore di essere forti e liberi, liberi anche di sbagliare e padroni del proprio destino". (Il sistema periodico, Einaudi pag. 50)

mercoledì 5 novembre 2008


Lacrime belle questa mattina alle 6.
Tutto buio. Temporale. Mi sembrava di essere il capitano Achab sulla sua baleniera...
accendi la tele e pum: Yes we can.

Per tutte le Rose Parks del mondo. God bless Obama.

martedì 4 novembre 2008

I figli della luce


A me in realtà viene da piangere.
Appartengo ad una generazione che, grazie alla scuola pubblica e allo studio matto e disperatissimo, poteva comunque "affrancarsi".
Poteva studiare, laurearsi...
Se c'era la buon volontà: la figlia di un'operaia e di un impiegato poteva laurearsi brillantemente; i tre figli di un operaio, tecnico dell'Enel e di una casalinga potevano laurearsi e diventare nell'ordine un medico, un ingegnere e un avvocato bravissimo.
Garantisco soprattutto per l'avvocato perché lo conosco di persona!

Non sarà più possibile questo tra qualche anno.
Perché gli effetti devastanti di questa legge si vedranno soprattutto tra dieci, quindici anni.
Aumenteranno gli abbandoni scolastici.
Ma di questo non parla nessuno.
E non toccherà solo gli extracomunitari... toccherà tutti.
L'università e l'istruzione torneranno ad essere una cosa da ricchi.
E non va bene che tutti i giornali anche quelli di sinistra continuino a parlare dei laureati che lavorano nei call center...
è vero ci sono. Ma ci sono tanti laureati che lavorano e fanno quello per cui hanno studiato.

Questo è un complotto.
Sarà l'enalotto che complotta?
Dobbiamo solo sperare in un BINGO???
Io speravo in un master... ora si spera nella SISAL.
Sembra che sia inutile, tanto si finisce nei call center.

No non è così.

Mi ha colpito moltissimo una frase di Obama.
Una volta ad Harlem ha fatto un discorso più o meno così: "Smettetela di fare un festa perché vostro figlio ha superato decentemente la terza media. Ditegli di muovere il culo e di andare a studiare in biblioteca".

PS Il titolo non c'entra con la luce di questa bella foto.
E' la Biblioteca Centrale di Pavia.
Il posto dove ho passato alcune delle ore più belle della mia vita.
Il titolo c'entra con un'altra storia... ma questa è una cosa privata.
Che riguarda i figli e i padri.

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