martedì 16 settembre 2008

Simile al sonno alato


Le persone si possono suddividere in tanti modi. Ognuno di noi forse ha due macrocategorie in cui ficcare dentro tutta l'umanità.

Cioccolato bianco vs cioccolato nero.
Calcio vs basket.
Coppi vs Bartali.


Le mie sono...

Università di Lettere: esame di Latino 1. Professor Domenico Magnino. Bisognava tradurre migliaia di versi: 3 libri dell'Enedie, 1 Libro delle Georgiche, tutte le Lettere di Orazio, un'opera filosifica di Cicerone, i Tristia di Orazio, Seneca....e altro ancora. Tutto per un solo esame. L'esame che ha bloccato le carriere di intere generazioni di studenti di Lettere, un po' come Analisi per chi fa Economia.

Io ho scelto i tre libri più belli dell'Enedie: il primo, il quarto e il sesto.
E mai, dico mai, mi sono sognata di guardare quanti veri fossero.
Dei deficienti in Università sceglievano i libri in base al numero di versi.
Ed erano lì a risparmiare un paradigma in meno da cercare sul mitico IL... ma quanto si sono persi.

Ecco io le persone le suddivido ancora così. Il mondo per me è diviso tra chi non guarda alla fatica ma al piacere di fare una cosa e chi è lì a risparmiare e a risparmiarsi... che preferisce fare un lavoro del menga pur di risparmiarsi un niente, un paradigma in meno da cercare. Puà!

Caro Giovanni, sono molto orgogliosa del tuo premio letterario al Berchet è un bell'inizio e te lo meriti tutto. E' un risarcimento! Un diritto... dopo tanti anni di malascuola.

Premi a parte, che dipendono comunque dal giudizio di "altri" ti auguro il piacere del Latino, come diceva Ennio Mandruzzato...
Quello sarà un premio "tuo" e, ti auguro, la gioia e le lacrime di capire prima o poi questi versi:

Ille autem:«Tua me, genitor, tua tristis imago
saepius occurrens haec limina tendere adegit;
stant sale Tyrrheno classes. da iungere dextram,
da, genitor, teque amplexu ne subtrahe nostro.»
Sic memorans largo fletu simul ora rigabat.

Ter conatus ibi collo dare bracchia circum;
ter frustra comprensa manus effugit imago,
par levibus ventis volucrique simillima somno.


Egli invece rispose: «La tua, la tua triste immagine padre, spesso presentandosi mi spinse a raggiungere queste sedi, le flotte stanno ancora nel mare Tirreno. Dammi da stringere la destra, lascia oh padre, non sottrarti dal nostro abbraccio.» Così ricordando insieme con un abbondante pianto bagna il viso. Tentando di gettare le braccia al collo tre volte, l’immagine invano afferrata sfuggì dalle mani per tre volte, uguale ai lievi venti e simile ad un sonno alato.

Virgilio, Eneide, Libro VI 695-702


Giovanni, pari ai venti impalpabili, simile al sonno alato.
Bravo Giò, avanti tutta. Io per te ci sarò sempre.

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