sabato 22 novembre 2008

I maratoneti della vita


Ore 5 di domani mattina.
Acqua sul fuoco.
100 grammi di pasta bianca.
E via: 42,195 km.
Milano domani "subisce " la maratona.
Dico subisce perché penso che sia la città nella quale i maratoneti
prendono più insulti al mondo.
Gli stessi che impazziscono per la maratona di New York, disprezzano quella di Milano.
Tanto che pensano che sia di 20 km...
E no, belli ignoranti miei, quella di 20 km è la Stramilano.
Domani il Santo se li fa tutti i 42km e 195 metri.
E ci tiene molto ai 195 metri!
Forse perché sono i più duri.
La maratona è una fatica "antica", bastarda.
Ogni tanto i giornali tentano di farla diventare una moda.
Una cosa glamour.
In realtà è una cosa così dura, così bestiale,
che respinge tutti coloro che non siano mossi da qualcosa di speciale...
di veramente grande.

Tutti quelli che strombazzano come i pazzi
perché si "devono" fermare con i loro pasticcini in macchina
che vanno a pranzo dalla suocera dovrebbero andare all'arrivo...
Quello è un bel momento.

L'ultima volta, l'anno scorso, ho assistito a scene bellissime.
Una signora, già agé, non ce la faceva più.
Forse il marito... ma anche no
magari solo una persona che si incontra durante una follia,
durante un sogno,
l'ha presa per mano e le ha detto:
"Dai che ce la fai... coraggio. Sei arrivata fino a qui. Non mollare".
Lei piangeva. Stravolta dalla fatica.
E in stato di trance l'ha portata al traguardo.
Non erano due ragazzotti.
Né mi sembravano quegli idioti di mezza età che fanno queste cose per sentirsi giovani.

C'era qualche cosa di più.
Chi lo sa.

Forse una corsa dopo una malattia.
La signora aveva dei capelli "nuovi" quasi come quelli che crescono ai neonati,
caduta la peluria... i capelli ch crescono dopo averli perduti tutti...
Non lo so.
So che non lo dimenticherò mai...
come non dimentico tutte quelle persone che mi hanno fatto provare un'emozione pura.

Non dico altro.
So che al Santo danno fastidio le smancerie...
e si irrita.
Ma non l'ho mai visto così felice come quando
puuummm parte il colpo e partono tutti.
Tutti matti.
Tutti soldati.
Ognuno che comincia la sua guerra.
Passo dopo passo.

Quanti passi sono, Mauro?
E dietro, in bici, Giacomo. Un altro grande uomo.
Anche lui un maratoneta della vita che in bici lo segue.
Che me lo tiene d'occhio. Giacomo grazie.

Noi ti aspettiamo all'arrivo.
Purtroppo all'arrivo non ti si può abbracciare.
Ci sono duemila barriere, le radio, le transenne e quelli che vi avvolgono
come delle uova di Pasqua in una strana carta stagnola oro.

Un abbraccio a te e a tutti i maratoneti di domani.
Peccato non conoscere la storia di ognuno di voi.

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