giovedì 9 ottobre 2008

Banca del tempo


Tempo. Tempo. Mancanza di tempo. Questa mattina in quei 10 minuti impagabili che spendo al Bar dopo aver accompaganto le mie figlie a scuola ho proposto una Banca del tempo per gli amici.
Già è così con le "prese" a scuola.
Quando le babysitter ti pianto in asso, i genitori non stanno bene e saltano gli impegni sportivi, se non hai una rete di amiche e amici che ti aiutano è la fine.

Quindi lo scrivo, così vale di più: offro lezioni gratis di italiano, storia, geografia, latino, storia dell'arte per tutta la vita ai figli degli amici.
Amici che con preavviso zero mi hanno aiutato e mi aiutano ogni giorno.

Una riflessione.
Con i propri figli non funziona.
Non funzionava con me e mio padre.
Non c'è verso.
Potresti essere Carlo Emilio Gadda, ma per i figli sarai sempre "inascoltabile, indaffidabile, noioso". Dando loro regole, castighi, paghette, pare che non sia ammesso aiutarli nel capire la bellezza di di un "verso", una dritta per imparare i deponenti intransitivi...
Sono abbastanza convinta riguardo questo e rassegnata.


Seconda riflessione.
La Banche del Tempo sono state inventate dalle donne, che per prime ne hanno intuito la carica innovativa. Nasceva il progetto di praticare e promuovere la solidarietà attraverso rapporti di reciprocità, senza distinzione di genere, di età, di reddito.

Ogni BDT, infatti, offre la possibilità di conoscersi e scambiarsi aiuti che riguardano la vita quotidiana. E' uno scambio alla pari, senza differenza alcuna tra
le varie professioni, un baratto misurato in ore, prescindendo dal valore della prestazione.

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