giovedì 18 dicembre 2008

Gratta e vinci


Ore 6.50. Buio. E' ancora notte alle 6.50.
Il 5, nel senso del tram, è vuoto.
Sferraglia con cattiveria.
Dingdingding.
Sembra un tram di San Francisco.
L'America a Milano.
Taglia Corso Buenos Aires e baamm per qualche
secondo vedi le luci e i negozi.

E poi di nuovo riprende il suo corso buio con la
sua lucina davanti...verso la Piscina Cozzi.

Sul tram siamo solo io e un ragazzo.
Entrambi, anzi ambedue come scriverebbe Eugenio
Scalfari, cerchiamo qualche cosa.

Il ragazzo ha un gratta e vinci in mano.
Cerca il colpo grosso.
Ah la fortuna!
Fortuna che forse non gli farebbe più prendere il
tram a quell'ora.

Che gesto intimo... grattare lì il gratta e vinci.
In un luogo pubblico. Su un mezzo pubblico!
Come tutti i gesti legati ai sogni, dovrebbe
essere nascosto, discreto.
Dovrebbero fare nelle tabaccherie degli angoli
riparati... come nelle scuole per le elezioni.
Matita copiativa con scritto 1,2,3 e la tendina marrone.
Che intimo far vedere la faccia della propria
delusione. Niente cornucopia. Niente vincita.
Domani ancora sveglia presto
e via di nuovo a tirare la lima, come diceva mio nonno.

In colpa per aver assistito a tutto ciò penso al "mio".
Io cerco molto meno.
Scendo e via verso i miei Caraibi a 4 euro a cercare la bracciata perfetta.

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